Bologna, 9 maggio 2024 - Il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna dedica una mostra alla figura leggendaria di Antonio "Wandre'" Pioli (Cavriago, 1926 - 2004), fondatore negli anni Cinquanta della prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventore di alcuni dei modelli piu' innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento, vere e proprie opere d'arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, ancora oggi tra le piu' ricercate dai collezionisti di ogni paese.
Il progetto espositivo Wandre' La chitarra del futuro, visibile nella Sala Mostre del museo dall'11 maggio all'8 settembre 2024 con ingresso gratuito, e' a cura di Marco Ballestri con la collaborazione di Oderso Rubini e del collettivo I Partigiani di Wandre' (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi) che tiene viva la memoria della sua straordinaria avventura artistica e umana.
La mostra inaugura venerdi' 10 maggio 2024 alle ore 18.00 e si inserisce nelle iniziative organizzate per celebrare, con il claim 20ofmusic, il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
L'11 maggio 2004, infatti, Palazzo Sanguinetti in Strada Maggiore 34 ha aperto le sue porte alla citta' per mostrare al pubblico le straordinarie collezioni musicali del Comune di Bologna, fino ad allora conservate nei depositi e conosciute solo da esperti e professionisti del settore.
Fin dalla sua nascita, il Museo della Musica si e' proposto come luogo di conservazione e promozione del patrimonio musicale, ma anche come uno spazio dinamico, di scambio e di scoperta, aperto a tutti gli appassionati della musica in tutte le sue forme.
Se nel 2004 la campagna inaugurale e' culminata nella mostra Fender Stratocaster: 50 anni di un mito, celebrativa del mezzo secolo di vita del modello di chitarra elettrica piu' famoso al mondo, per festeggiare il ventesimo anno di attivita' il museo ha scelto di proporre un'altra iniziativa espositiva dedicata alla produzione di Wandre', oggetto di culto e venerazione per gli appassionati di strumenti musicali vintage.
Wandre' e' un marchio italiano noto per la sua eccentricita' e sperimentalita', all'avanguardia negli anni '60, grazie al genio di Antonio Vandre' Pioli, conosciuto come Wandre': artista, imprenditore, partigiano, artigiano e soprattutto uno dei liutai pił innovativi del secolo scorso. Le chitarre Wandre', definite "sculture sonore", viaggiano per il mondo come creature uniche, distanti dai modelli convenzionali dell'epoca, portando con se' una visione unica.
AUTORI
IMMAGINI
Antonio Vandre' Pioli
NOTE AGGIUNTIVE
La mostra presenta oltre 50 pezzi tra chitarre, bassi e contrabbassi, ognuna con la sua storia e con la sua personalita' unica: pezzi iconici e irripetibili per forma, colore, tecnica e materiali utilizzati. Il percorso, contestualizzato con altre opere dell'artista realizzate dal 1970 alla fine degli anni '90, esprime molto bene il carattere di Wandre': pop e al contempo psichedelico, dieci anni prima della psichedelia.
Antonio Pioli, in arte Wandre', nasce a Cavriago, paese in provincia di Reggio Emilia, il 6 giugno 1926. Arruolatosi a 17 anni nelle formazioni partigiane sull'Appennino reggiano, al termine della guerra si diploma alla Scuola Convitto di Rivaltella, e nella primavera 1957, dopo avere diretto cantieri edili in tutta Italia per conto del Consorzio Cooperative di Reggio Emilia (ed essere stato cacciato per l'incapacita' di tollerare compromessi e l'abitudine a schierarsi sempre dalla parte degli operai...) intraprende la professione di liutaio raccogliendo il testimone dal padre Roberto, che costruisce in particolare violini.
E' il primo in Italia a costruire chitarre e bassi elettrici e ha un progetto ben preciso: trasformare la chitarra da attrezzo di lavoro per il musicista in una vera e propria protesi dell'artista per il transfert delle emozioni. Si tratta quindi di un design che intende introdurre arte nell'arte: i suoi strumenti devono essere in grado di trasmettere di per se' energia ed emozioni in virtu' delle loro forme, dei loro colori (che mai si erano visti prima su uno strumento), dei nuovi materiali introdotti (come la plastica e l'alluminio) e dei tanti simbolismi che Wandre' nasconde in quelle linee apparentemente assurde, ma che a ben vedere cosi' bizzarre non sono affatto.
La produzione si realizza nell'avveniristica fabbrica dalla pianta rotonda e open space, realizzata con una tecnica costruttiva - la struttura tenso-elastica con cemento precompresso - che a quei tempi era quasi solo teorica e mai utilizzata per la copertura di un edificio ad uso industriale. La soluzione architettonica, con una vetrata circonferenziale e un'apertura centrale sul tetto concavo, consentiva agli operai di vedere costantemente il cielo, cosi' che ricordassero di essere persone libere. Wandre' infatti riteneva che il lavoro, anche quando piace, non e' mai una condizione naturale per l'uomo, ma sempre una fonte di coercizione.
La direzione si basava su una leadership convocativa, che prevedeva il coinvolgimento degli operai nell'organizzazione e pianificazione del lavoro, nonche' nella realizzazione delle campagne pubblicitarie. La produzione era finalizzata per obiettivi, consentendo cosi' flessibilita' e autogestione degli orari e vi era, in certa misura, la condivisione del capitale. Pertanto, gli operai avevano le chiavi della fabbrica e potevano accedere e utilizzare le attrezzature per lavori propri, al di fuori dell'orario di servizio. Vi era una costante frequentazione di artisti, come il pittore Lelio Lorenzani che arrivava e si esprimeva estemporaneamente su qualche strumento, e musicisti che interagivano con gli operai e improvvisavano jam-session.