Preloader image

Artistic Productions

1292

Gang

Le radici e le ali

CGD | | 1991
LP/CD

More Music Less War

|

Credits

E' l'inizio della trilogia, un percorso  di elaborazione e grande sensibilità che rimarrà come  pietra miliare della produzione dei Gang. Le radici e le  ali è un album fondamentale che assume una doppia importanza per il rock di casa nostra: da una parte,  musicalmente c'è una decisa sterzata verso il recupero della  nostra tradizione, del resto già abbozzato nel precedente Reds,  dall'altra la consapevolezza del linguaggio testuale, per la  prima volta espresso in italiano. Non che prima i testi fossero meno importanti nell'economia della canzone, ma ora  è in atto una sorta di progetto a lungo termine che intriga  non solo per quello che dice, ma per come viene detto. Le  molte canzoni politiche presenti potrebbero facilmente  prestarsi alla trappola del retorico o dello scontato se non  fossero state concepite in modo così attento e sensibile.  Eppure gli slogan non mancano: in La lotta continua  ci sono citazioni da autentico '68, il recupero di canti  anarchici spagnoli e addirittura la riesumazione della voce  di Che Guevara, ma tutto viene contestualizzato in un  internazionalismo moderno in cui è possibile scambiarsi  informazoni rapide e rendersi conto che potere politico ed  economico operano nello stesso modo ovunque, creando gli  stessi problemi. La consapevolezza di ciò permette di prendere in prestito esperienze di altri contesti per trarne  conclusioni più generali e applicarle, con i dovuti  distinguo, anche al nostro paese. Ma ci sono già le basi che  verranno poi ampliate nei lavori successivi: in Bandito  senza tempo c'è già la necessità di percorrere una  via per crescere, per capire come bisogna affrontare gli  stessi problemi in tempi diversi, non solo perché cambiano i  contesti, ma perché necessariamente cambiano anche le  persone. L'album comincia con una lunga citazione, Esilio,  in cui il recitato già prelude al senso di tutti gli altri  pezzi, una sorta di promessa di riscatto della propria  dignità e condizione che viene prima di ogni cosa. E' il  preludio a Socialdemocrazia, una critica spietata  alla società che si crede in grado di controllare fatti e  persone in virtù di un consenso borghese, senza tenere  conto, ovviamente, delle condizioni delle classi meno  abbienti, non certo rassegnate all'emarginazione. Ma, come si  diceva, il pezzo forse più interessante è Bandito senza tempo in cui si sottolinea un salto di maturità ogni  volta che si arriva alla fine di un percorso, ogni volta che  si chiude un cerchio e si deve ricominciare un altro giro. E'  come se una vita avesse a disposizione un numero indefinito  di partenze da una stessa origine che permette una visione  più complessa delle stesse cose ogni volta che questa viene  doppiata. Una prospettiva evolutiva che troverà il suo  massimo sviluppo in Una volta per sempre. Ci sono  poi Chico Mendez, storia drammatica di un  sindacalista che lottava per una vita migliore, e Johnny  lo zingaro, ladro per tradizione e sopravvivenza che  finisce per beccarsi, con la sua bella, vent'anni di galera.  Interessante in questi due pezzi l'uso di un sottile  surreale, quasi dylaniano, che dà lampi di cromaticità a  una narrazione ricca di phatos. Oltre è poi un pezzo epico  che incita alla sopportazione di una dura condizione e, anche  se l'accompagnamento musicale ricorda quegli orgogliosi  funerali comunisti con tanto di banda e bandiere rosse, c'è  un barlume di speranza ("stanotte è caduta una stella  proprio sull'orlo della libertà") che emerge. La  lotta continua, un pezzo di grande presa emotiva, una  specie di inno, che nonostante il riff a slogan, riesce a non  cadere nel retorico. Si arriva così alla title track, Le radici e le ali, una frase emblematica, annunciata dal  poeta esule Nanni Balestrini, che la dice lunga sulla nuova  filosofia dei Gang. Le radici sono la nostra appartenenza: i  nostri legami e la nostra ideologia che sono però destinati  a non avere sviluppo se non diamo loro un paio di ali che ci permettano di andare oltre, di capire che è necessaria  un'elaborazione per stare al passo con i tempi. Non bisogna  dimenticare ciò da cui abbiamo avuto origine, ma è  necessario evolvere, plasmare secondo i nuovi bisogni ciò  che abbiamo avuto in eredità. Un monito pressante per non  perdere il treno giusto della nostra emancipazione. Ombre  rosse, che inizia con uno stralcio di discorso di Renato  Curcio, viene ben sintetizzata da una strofa della canzone  stessa "quanti cuori che si svendono per l'argento e la  carriera, quanti cuori che disertano allo sbando senza più  bandiera": è il riflusso che porta alla perdita di  ideali e all'assuefazione del consumismo che ha prevalso per  tutti gli anni Ottanta, deridendo il decennio precedente  volto verso l'impegno. Sud è un'amara constatazione sull'emigrazione, sul lungo viaggio che porta dal Sud alle  grandi città industriali che danno soprattutto lavoro nero e  sfruttamento. Chicco il dinosauro riprende  ironicamente il tema di Le radici e le ali, trattandolo però in senso inverso, considerando cioé  l'ottusità, o forse solo l'ingenuità, di chi pensa che il  mondo non cambi mai e che si possa continuare a lottare come  si faceva all'inizio del secolo. Il disco termina con Che  dare? un brano che ribadisce la necessità del  cambiamento di mentalità per superare i tempi difficili.  Come commento ulteriore di questo disco, che rivela in  realtà anche aspetti di grande tenerezza e sensibilità, si  può usare uno stralcio di intervista che lo stesso Marino  rilasciò subito dopo l'uscita di questo lavoro. "Sia  Sandro che io abbiamo avuto la nostra infanzia in un piccolo  paesino delle Marche, Filottrano. Ricordo che in inverno,  quando c'era molta neve, nessuno andava a lavorare e molti  uomini, tra cui mio padre, si incontravano, in quei gelidi  pomeriggi, a casa di qualche contadino della zona. Andavano  lì per passare il tempo: giocavano a carte, bevevano qualche  bicchiere e soprattutto parlavano di ciò che li riguardava.  Mio padre mi portava qualche volta insieme; anche se ero  piccolo, oggi posso rileggere quei discorsi e ritrovare quel  senso di paura per le trasformazioni che stavano arrivando, i  nuovi modi di vita, nuovi valori. Era il progresso e questo  aumentava il freddo nonostante le risate, i racconti e il  vino. Una cosa in particolar modo mi è rimasta impressa in  quei pomeriggi e di quegli stanzoni dove ci si incontrava: il  fuoco, quel fuoco enorme -sarà forse perché ero piccolo e  tutto mi sembrava a quel tempo così grande- davanti al quale  ci si sedeva. Ecco, vorrei che un disco dei Gang come Le  radici e le ali fosse solo un pretesto, come allora lo  era il fuoco, per ritrovarsi, per riscaldarsi in questi anni  di grande freddo, di solitudine, di paura per il futuro, ma soprattutto un pretesto per tornare a parlare di noi e di  ciò che ci accade intorno. Tutto qua". Tutte le musiche  sono state scritte da Sandro, mentre i testi si devono a  Marino. Hanno contribuito a qualche composizione Massimo  Bubola, David Riondino e Antonello Ricci; hanno suonato,  oltre al poco citato, ma fondamentale Andrea Mei (il terzo  Gang), uno stuolo di musicisti di grande professionalità e  la mitica Banda G. Donizzetti di Casalecchio di Reno, che ha  un ruolo fondamentale in almeno tre pezzi. Il produttore che,  ovviamente non va sottovalutato, e che anzi ha contribuito a  spostare la sensibilità musicale dei Gang sulla tradizione,  è Oderso Rubini.

Accordion – Antonello Salis
Art Direction – Gianni Sassi
Bass – Marcello Rossi (2)
Chorus – Fawsia Selama, Luciano Genovesi, Stefano Banchelli
Drums – Max Marchione*
Graphics, Illustration – Fabio Bortuzzo
Guitar – Sandro Severini
Guitar [Chitarra Battente], Lyre [Lira Calabrese], Bagpipes [Zampogna Alla Moderna], Flute [Flauto Di Canna] – Antonello Ricci
Keyboards, Piano – Andrea Mei
Liner Notes – Sandro Portelli
Management – Claudio Trotta, Marco Conforti
Mandolin – Gianfranco Preiti
Mixed By – Gianni Prudente
Percussion – Arnaldo Vacca, Candelo*
Producer – Oderso Rubini
Quena, Charango, Idiophone [Palo De La Juvia] – Fernando Riquelme
Recorded By – David Bisetti, Gianni Prudente, Mark Grimshaw
Saxophone – Daniele Sepe, Roberto Gagliardi
Soloist [Guitar] – 'Red' Talami* (tracks: A2a to A2e)
Trombone – Roberto Schiano
Trumpet – Frank Nemola, Nico Casu
Violin, Banjo, Mandolin, Slide Guitar – Savino Lattanzio
Vocals, Guitar – Marino Severini

      Tracks List

      1. Esilio (2'15") 2. Socialdemocrazia (4'12") 3. Bandito senza tempo (4'02") 4. Chico Mendez (4'32") 5. Johnny lo zingaro (4'31") 6. Oltre (4'01") 7. La lotta continua (5'35") 8. Le radici e le ali (4'52") 9. Ombre rosse (4'53") 10. Sud (4'20") 11. Chicco il dinosauro (4'32") 12. Che dare? (5'10")

      Notes

      IMMAGINI

      50
      14
      5
      2
      3
      3
      20