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The Jakcson Pollock
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Museo del disco d'epoca
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The HUNNA
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Godzilla was too drunk to destroy Tokio
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2010
A poetry of infinite possibilities - Nicola Sani

Il viaggio del suono attraverso il tempo sorprende continuamente per le sue infinite diramazioni, possibilita', direzioni. La musica dei secoli passati sembra specchiarsi nel presente, tempo di sintesi e deflagrazioni, lente deformante, fata morgana, epoca di illusioni (anche) sonore. E il nostro millennio si presenta come un campo aperto, luogo di confluenza dei linguaggi sonori, dove ogni soluzione appare possibile, ma dove prevale al tempo stesso la paura dell'ignoto. La vera rivoluzione sonora del secolo scorso non e' stata la dodecafonia, ne' la musica elettronica (arte sonora del Novecento per eccellenza), o il serialismo, la musica aleatoria, i minimalismi, o il rock. Piu' verosimilmente e' stata l'irruzione nella societa' di una molteplicita' di linguaggi, scritti e non scritti, codificati ed estemporanei, che rimandano a culture, aggregazioni di uomini, solitudini, territori reali e virtuali. Un mondo che ha cambiato spazio, relazioni, forme di ascolto, evocando un sentimento di smarrimento. La recente esplosione del canto gregoriano come fenomeno di ascolto di massa e' l'esempio piu' vicino a noi dell'affannosa ricerca di simmetrie della nostra societa', priva di riferimenti certi, governata dalle leggi di mercato e incapace di trovare antidoti allo svuotamento culturale da esse prodotto. Si puo' interpretare in questo senso il tentativo di trovare una risposta nel canto monodico liturgico alla ridondanza sonora del presente. E' interessante notare come la nostra epoca, incapace di riconoscere la complessita' del presente, di linguaggi divenuti aperti quindi non piu' riconducibili ad un unico comune denominatore, si sia rivolta verso un'epoca remota dove i linguaggi erano (ancora) aperti, in cui la scrittura lasciava ampi margini di discrezione all'improvvisazione degli interpreti. E' stato un processo cosciente? Difficile dare una risposta univoca. All'interno di questo processo occorre distinguere la componente spontanea da quella legata al condizionamento del mercato. Il parametro del consumo oggi prescinde dal fatto culturale. E cio' che non viaggia attraverso i consueti canali di consumo, puo' venire diffuso attraverso gli esistenti canali alternativi, che servono a sondare il terreno per introdurre nuovi prodotti musicali. Oggi la metafora del "fiume sonoro" (il riverrun joyciano tanto caro a John Cage) implica una quantita' di possibili, potenziali ascoltatori, siano essi pubblico di un concerto, ascoltatori radiofonici, acquirenti di compact disc, frequentatori di aeroporti, visitatori di un sito internet. L'apertura totale dei linguaggi sonori obbliga ad una disposizione all'ascolto completamente diversa rispetto al passato e soprattutto a pensare la musica in maniera nuova. Con la conseguenza di stimolare una reazione di rifiuto da parte di molti verso cio' che non rientra nel linguaggio tonale o del loro rimanere aggrappati disperatamente alla zattera della tradizione, come al relitto delle proprie cose, lux in tenebris nel naufragio dei codici. Mentre i piu' disinvolti, ma a ben vedere piu'realisti del re, si lanciano in ogni sorta di appello al "superamento dei generi", quando e' evidente che ormai non c'e' piu' niente da superare. I generi musicali esistono, sono la ricchezza del nostro tempo, rappresentano forme espressive che vanno piuttosto conosciute, comprese, studiate, approfondite, infine ascoltate. Dall'orchestra alle bande strumentali, dalle voci all'elettronica, i concerti e gli eventi del ciclo "Silenzio e accordo" , pensati come omaggio per il centenario della nascita di John Cage, rappresentano uno straordinario invito, nel segno della rivoluzione attuata dal grande compositore, scrittore, pensatore, artista americano, all'ascolto della molteplicita' sonora del presente.

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Tonino Battista direttore (Italia)
introducono il concerto Monsignor Gabriele Cavina e Nicola Sani

John Cage (Stati Uniti, 1912-1992)
Atlas Eclipticalis (1961-62) prima italiana

Serena Teatini (Italia, 1958)
Ecoute Moi (2012) prima assoluta

Philip Corner (Stati Uniti, 1933)
I'deal Orchestra (2009) prima assoluta

John Cage (Stati Uniti, 1912-1992)
4'33" (1952-60) prima italiana

Alvin Curran (Stati Uniti, 1938)
Symphony 1.1 (2012) prima assoluta

John Cage (Stati Uniti, 1912-1992)
Seventy-Four (1992) prima italiana

Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Tonino Battista direttore

ospiti: Enrico Gabrielli clarinetto basso; Mario Frezzato oboe

musiche di John Cage, Philip Corner, Alvin Curran, Serena Teatini
musiche in prima assoluta commissionate da AngelicA (eccetto P.C.)

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